Cessione di azienda: gli effetti sui contratti non ancora eseguiti

In caso di cessione di azienda per i contratti non ancora eseguiti e che non abbiano carattere personale l’effetto naturale è costituito dal subingresso del cessionario e dall’esclusione di responsabilità del cedente. Questo è quanto ha deciso il Tribunale di Taranto in un contenzioso ove la parte creditrice aveva agito attraverso un ricorso per decreto ingiuntivo nei confronti della cedente dell’azienda, quest’ultima iscritta l’opposizione incentrava la propria difesa sul difetto di legittimazione passiva.Ebbene in questo caso si applica l’articolo 1408 c.c. che la disciplina i rapporti tra contraente ceduto e cedente. Tale norma statuisce al II comma che il contraente ceduto deve dichiarare per tempo di non di non liberare […]

PARITÀ DI TRATTAMENTO DEI CREDITORI SOCIALI E DOVERI DEL LIQUIDATORE

In fase di liquidazione della società, sussiste un “dovere” del liquidatore di attenersi al principio guida di pari trattamento di tutti i creditori, con la conseguenza che, in caso di violazione, è ipotizzabile una responsabilità risarcitoria in capo al liquidatore. Necessario corollario del menzionato principio è l’ulteriore dovere del liquidatore di dare compiutamente conto in sede di bilancio di liquidazione dell’intera attività svolta e, in presenza di creditori rimasti insoddisfatti, dei criteri seguiti nella gestione delle posizioni debitorie.

Impresa senza fatturato è società di comodo: accertamento assicurato

Le società che hanno un fatturato pari a zero, o quasi, non sfuggono all’accertamento come società di comodo anche se hanno affittato l’azienda. Non si può tenere in vita una società con un fatturato pari a zero, senza cioè farla operare: il fisco è legittimato a ritenere che si tratti di società di comodo anche se l’azienda è stata affittata. Le società di comodo sono uno strumento societario utilizzato come schermo per occultare l’effettivo proprietario dei beni, applicando norme più favorevoli per le società; nella realtà tali società sono costituite al solo fine di gestire il patrimonio nell’interesse dei soci anziché quello di esercitare un’effettiva attività commerciale. Il deterrente posto […]

RESPONSABILITÀ AMMINISTRATORI DI SRL.

Il terzo comma dell’art. 2476 c.c., prevede che a ciascun socio, sia attribuita la titolarità dell’esercizio dell’azione sociale, ovvero il socio di srl è legittimato all’esercizio dell’azione sociale nell’interesse della società stessa, bpur non esendo titolare del diritto al risarcimento del danno sofferto dalla società, potendo pero far valere iure proprio il diritto al risarcimento dei danni personalmente subiti solo nell’ipotesi di azione extracontrattuale, di cui al sesto comma del citato art. 2476. Ne consegue che l’inadempimento, da parte degli amministratori di società di capitali, degli obblighi imposti dalla legge o dall’atto costitutivo non può essere desunto da una scelta di gestione -come tali queste scelte non sono sindacabili in […]

Caso in cui il decreto di ammissione al passivo è inesistente.

La Cassazione Civile, sez. I, con la sentenza del 10/09/2015 n° 16640 conferma l’orientamento secondo cui, nel giudizio di insinuazione tardiva del credito al passivo fallimentare, il decreto con il quale il giudice delegato, a fronte dell’opposizione del curatore, direttamente escluda, in tutto o in parte, il credito oggetto della domanda d’insinuazione o neghi il ruolo di credito privilegiato è atto inesistente. Nello specifico il giudice che emette il provvedimento è privo di poteri decisori e deve limitarsi a dichiarare l’inesistenza del provvedimento impugnato, ripristinando la situazione precedente in cui le parti si trovavano prima della pronuncia (Cass.Sez.Un., 4 luglio 2002, n.9692, in Giust. civ. Mass. 2002, 1157; Cass., 22 […]

Legittimo l’affitto di azienda con cessione nel concordato preventivo

Secondo il Tribunale di Roma il concordato preventivo che preveda un contratto di affitto di azienda o di suo ramo, con conseguente obbligo di acquisto da parte dell’affittuario dell’azienda medesima, deve ritenersi rituale e ammissibile ai sensi dell’art. 186-bis legge fallimentare. In questo modo inoltre si garantisce anche la continuità aziendale, sempre nel rispetto dei principi della legge fallimentare.

Danno da concorrenza sleale.

La Suprema Corte di Cassazione Civile, sez. I, con la pronuncia della sentenza del 22/05/2015 n° 10643 ha confermato il proprio consolidato indirizzo secondo il quale è tutelabile anche il pregiudizio derivante da una situazione di concorrenza potenziale, ravvisabile sia in ipotesi di espansione futura dell’attività concorrente, sia nell’ipotesi di attività preparatorie all’esercizio dell’impresa, quando si pongano in essere fatti diretti a dare inizio all’attività produttiva. Cassazione Civile, sez. I, sentenza 22/05/2015 n° 10643

Cessione di ramo di azienda: no alle agevolazioni contributive

In caso di trasferimento di azienda (o di un suo ramo), poiché il rapporto di lavoro continua con il cessionario ed il lavoratore conserva tutti i diritti che ne derivano, il cessionario è tenuto all’assunzione dei lavoratori, sicchè deve escludersi che questi abbia diritto alle agevolazioni contributive previste dalla legge per chi assume a tempo pieno e indeterminato i lavoratori iscritti nelle liste di mobilità. Lo ha affermato la Corte di Cassazione con la sentenza n. 17838 del 9 settembre 2015.

E’ RESPONSABILE L’AMMINISTRATORE CHE NEGLIGENTEMENTE HA INCREMENTATO IL CREDITO VERSO UN FORNITORE POI FALLITO

L’amministratore di una società di capitali che aumenta  consistentemente il proprio credito verso un fornitore, senza ricevere garanzie, ed inoltre in un momento in cui lo stesso fornitore non riusciva a ottenere credito bancario,e responsabile per violazione dei principi di prudenza e diligenza. Tribunale di Milano Procedimento cautelare artt. 669 quater e 671 c.p.c. Ordinanza N. 74507-1 / 2013 R.g. del 23/7/2015 

Ristrutturazione dei debiti disciplina fiscale imposta di registro.

In caso di accordo di ristrutturazione dei debiti ex art. 182-bis l. fall. che concede la facoltà all’imprenditore in stato di crisi di domandare e richiedere l’omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti stipulato con i creditori rappresentanti almeno il sessanta per cento dei crediti, è prevista una tassazione in misura proporzionale nel caso in cui l’accordo preveda una garanzia personale o reale ad opera di soggetti diversi dal richiedente la ristrutturazione dei debiti. Tuttavia, la tassazione applicata dell’imposta di registro sarà sempre fissa e mai variabile rispetto all’accordo ex art. 182-bis l. fall. omologato dal tribunale.